Vietnam, il nón lá di Lello Fargione
Il Vietnam si rivela tra coni di luce e cerchi sparsi come foglie di loto. Ogni angolo sembra proteggere la circostanza di un gesto compiuto fra queste due forme che disegnano profili di vita quotidiana. Sono più spesso le donne che con grande naturalezza compongono scene complesse di cerchi intersecati dalla necessità dell’esposizione e dalla disponibilità dello spazio.
È un mondo colorato dove, tuttavia, domina una luce che staglia linee precise configurando lo spazio come un diagramma di elementi che potrebbero essere classificati uno per uno. Non v’è alcuna ambiguità, nessuno sfumato, ogni cosa pare essere sempre stata li in un ordine che sa di verità e così gli esseri che popolano queste immagini non potrebbero essere più integrati nel loro quadro esistenziale.
Le ombre sono l’altra chiave di lettura per leggere ciò che viene appena evocato dal contrasto delle forme. S’intende un altrove privato anche negli gli spazi fra le ceste di plastica dove la rappresentazione quotidiana ha luogo. È la stessa riserva d’identità personale che si trova fra gli ampi copricapo conici e la luce del giorno sul viso: il luogo dell’anima non offerto al pubblico. Vale la pena per il viaggiatore soffermarsi fra questi interstizi se si desidera un’impressione più autentica di quel mondo, vale la pena mettersi in ombra per capire.
Biografia di Lello Fargione
Fotografo per passione ed empatico viaggiatore, nato nel mese di giugno in Sicilia dove vivo e mi diverto con la fotografia. Negli anni, ho curato mostre personali e partecipato a mostre collettive, ho curato la realizzazione di diversi progetti editoriali legati alla presentazione di mostre, libri, eventi e progetti multimediali. Da freelance collaboro e scrive per diverse agenzie di settore, ho curato la mia formazione attraverso corsi e wokshop con autori di riferimento continuando a frequentare l’ambiente associativo fotografico catanese e milanese. Continuo a fotografare, per raccontare le cose mentre avvengono, come se non ci fossi, ma allo stesso tempo restando profondamente dentro l’immagine, “viaggio” per il desiderio di conoscere nuove culture e penetrare in luoghi piu’ remoti e inaccessibili immedesimandomi nelle situazioni che incontro, per ‘’narrare’’ attraverso le immagini. Sono rimasto, per indole e convinzione, un “fotografo” freelance, a cui piace “fotografare” per raccontare, per non dimenticare, per non smettere mai di “sognare”.