MANI DI FATE

MOSTRA FOTOGRAFICA

di Iolanda Maccarrone di Mascalucia (CT)

Recensione di Giancarlo Torresani

“Dire racconto è dire cadenza, ricerca di ritmo, di simmetrie. Un giro di eventi che, più che altro, sono scansioni ed atmosfere. Il compito sta nell’afferrare, nel costruire quegli eventi secondo un ritmo intellettuale che li trasformi in simboli di una data realtà” così nel 1943 Cesare Pavese definiva il racconto. Come avviene per il linguaggio letterario anche nel linguaggio visivo (fotografico) troviamo una sintassi che, invece di parole e frasi, collega tra loro le immagini allo scopo di esprimere. Il modo stesso di raccontare per immagini è in grado di determinare lo stile dell’autore. Se è risaputo che la comunicazione non verbale può agire in modo indipendente dalla parola ebbene, questo caso, lo fanno egregiamente le immagini di Iolanda Maccarrone. Queste immagini possono entrare a pieno diritto nei “ mini-racconti ” capaci di narrare il quotidiano vissuto: a volte in solitudine (la ricamatrice), nel silenzio creativo ed affettivo (la restauratrice), nell’ambiente pubblico (la postina), e nell’assistenza sanitaria (la dentista) dove la donna, tramite la sua particolare manualità, si rende protagonista nel valorizzare le proprie capacità espressive e la propria identità. Ed è soprattutto attraverso le espressioni delle mani, sapientemente cercate e rappresentate, attraverso l’indagine in alcuni aspetti del lavoro femminile e degli strumenti utilizzati, che Iolanda Maccarrone entra osmosi con i soggetti scelti. Ci deve essere un qualche meccanismo nascosto che ci permette di ricaricare la nostra capacità di condivisione con gli altri. Basterebbe ricordarsi, almeno ogni tanto, che la persona più importante al mondo siamo noi e che il resto viene di conseguenza. Chi sceglie di rispondere ad una necessità introspettiva, all’urgenza di ricostruire impressioni, eventi emozioni secondo un ordine che non sia quello lineare cronologico, ma che invece riflette il continuo divenire di un mondo interiore, accresce di potenza comunicativa la sua umanità. Scrivere, con le immagini, ha allora il significato di salvare le parole da una consistenza momentanea assegnare loro maggiore persistenza, vuol dire saper trarre dal proprio mondo interiore quelle schegge umanità che ci inviano oltre i confini del dominio in cui si dispiega la nostra volontà. L’autrice, con questa scrittura per immagini, riesce ad esprimere i suoi sentimenti, riesce a fornirci informazioni certe sulla nostra risposta emozionale nei confronti delle persone e delle azioni fotografate. La cura femminile nel fare le cose, nel crearle, nel portarle a compimento sono atteggiamenti rari nel nostro tempo. Iolanda Maccarrone le vede, le sente, le fotografa. Le sue immagini riescono a trasmettere (cosa non facile) piccole-grandi realtà quotidiane e, nel loro insieme, a raccontare.