STELLE DANZANTI

Mostra Fotografica

di Salvatore Cafarelli e Giovanna Di Bartolo di Acireale (CT)

Recensione di Rita Caramma

Piccole macchie di colore, destinate ad assumere man mano che le fai proprie dimensioni quasi gigantesche, quasi sconfinate in quelle movenze che scandiscono i pensieri sulle note di pentagrammi arricchiti da suoni che raccolgono forza e poesia, musica e cromatismi.
Piccole macchie di colore che tracciano un percorso concettuale a tratti intenso, altri appositamente sfogato per riassumere i passi delle danzatrici, ballerine senza tempo, né identità, tante, tutte lì, a ricordare pittori d’altri secoli, ambientazioni lontane nello spazio, nella forma e nella dimensione.
Piccole macchie di colore che si muovono all’unisono, in un’atmosfera atemporale, archetipo di un racconto che si oscilla in quel fiorire di immaginevoli incanti sospesi, in quella danza  liberatoria, in quel divenire che tutto raccoglie e ingloba, in quel momento rubato alla vita.
Salvatore Cafarelli e Giovanna Di Bartolo, già acclamati fotografi acesi, ci regalano tutto ciò nella loro  “Stelle danzanti” con la generosità che appartiene agli artisti o a chi dell’arte ne fa una personalistica dimensione che non si concretizza in ostentazione, né in scontati processi costruttivi.
La loro preparazione è lì, impegnata in vari aspetti, scolpita in poliedriche facce di un’unica medaglia: quella della passione che diviene sapienza e concretezza.
Si destreggiano con l’obiettivo, lo assecondano o ne vengono assecondati in un gioco di rimandi espresso  nelle immagini  legate tra di loro come un ballo vorticoso, per niente effimero. Totale e totalizzante nella concretezza di insieme, libero da incantesimi fiabeschi eppure foriero di pregevoli, surreali dimensioni.
Numerose le foto proposte, una accanto l’altra, ma  ne basterebbe soltanto una  a scandirne l’essenza, non per ripetitività, bensì per la  ricchezza di sensazioni che Cafarelli e Di Bartolo riescono a trasmettere.
La forza dell’obiettivo è presente anche in questo lavoro, dove a prevalere è, come ripetuto, il colore, anche se del b/n ne  sono maestri, come già dimostrato in altre occasioni.
Eccoli, quindi a scommettersi di nuovo, a fare di un saggio di giovani allieve un’occasione di incontro fra uno scatto e l’altro e il mondo che li circonda da cui rimangono sobriamente affascinati, inesorabilmente attratti.
Affascinante il particolare, quasi inebriante l’ insieme, per un risultato finale dalla pregevolezza immediata, dall’efficacia diretta, dall’esito ottimale per degli attenti, quali essi sono, conoscitori della tecnica fotografica, arricchita da quel tratto di genialità, da quel fatidico “colpo d’ala” che suggella  di originale preziosità la mostra.