PAESAGGI SICILIANI

MOSTRA FOTOGRAFICA

di Giuseppe Fichera di Aci Catena (CT)

Recensione di Giorgio Tani

Ogni luogo ha un’anima. E’ questo un concetto antico, mitologico, vivo al tempo della Grecia di Omero e della Magna Grecia della quale la Sicilia è stata componente essenziale. In ogni fiume, in ogni montagna era impersonata una deità minore per spiegarne il mistero.
Da due millenni una luce diversa e più vivida ha illuminato il mondo, ma ancora quel concetto tra la realtà e la trascendenza è connaturato alle visioni dell’uomo. “Paesaggi Siciliani” è un titolo molto ampio, ma anche idoneo a significare, nello svolgimento di tre linee tematiche, i papaveri, i paesaggi, l’Etna autunnale, quanto siano infiniti i soggetti e le sensazioni che il fotografo può interpretare e riflettere nelle sue immagini. Giuseppe Fichera vede nella sua Sicilia qualcosa di palese e, allo stesso tempo, di nascosto, Vede, ed è questa la chiave di lettura, che ogni luogo, ogni spazio che può essere circoscritto in una inquadratura ha una sua voce interiore.
Qualcuno ha scritto che vedere e sentire sono la stessa cosa.
Conoscendo Giuseppe credo che il suo modo di essere fotografo sia proprio questo. Il suo sguardo è efficace perché penetra oltre la superficie, dentro, come per individuarne la magia nascosta. Ed infatti i suoi papaveri sono entità astratte, macchie di colore rosso, vive e determinanti nel contesto della natura, eppure allo stesso tempo illusione. La fotografia è illusione? Certamente lo è, ma è anche un riflesso dell’evidenza, di ciò che è vero ed indeterminabile allo stesso tempo, come il paesaggio, come l’orizzonte che variano con la luce e il punto di osservazione. E’ l’attimo irripetibile.
Le immagini paesaggistiche che vediamo, tengono conto del lavoro dell’uomo e della variabilità della natura. Campi coltivati, declivi collinosi, geometrie di linee parallele o convergenti sono il segno di una civiltà contadina che ha in Sicilia origini ancestrali.
Paesaggi bruciati, sofferti, nudi e macchiati di calore raffreddato, fanno strada alla sequenza che racconta l’Etna, la sua anima viva che a volte è puro spettacolo di bellezza, altre è esplosione di forza immane e inarrestabile. Piccoli sono gli uomini di fronte ai suoi bagliori ed ai fiumi incandescenti che lo solcano.
La fotografia di Fichera indaga l’identità dei luoghi sentendone, quella che in inizio ho chiamato anima. Quando si visita una mostra fotografica non è il singolo contenuto delle immagini che fa breccia nella sensibilità di chi osserva, ma è la lettura del loro susseguirsi che porta all’interpretazione dell’opera nel suo insieme. Quando si guarda una persona negli occhi è come vederla dentro, ne sfuochiamo i segni esteriori e “sentiamo” la sua essenza. Così “Paesaggi Siciliani” diviene un racconto visivo che attraverso la poetica del fotografo ci introduce nel messaggio sublimale che questa terra emana.