ESTETICA DELLA FINESTRA: GEOMETRIE, FORME E COLORI
MOSTRA FOTOGRAFICA
di Giuseppe Fichera di Aci Catena (Ct)
Ogni colore, ogni materia vecchia o nuova porta con sé in modo più o meno palese, l’eco della propria storia
(Ettore Sottsass, Scritto di notte, 2010)
Finestra, spazio definito e delimitato, cornice, elemento architettonico fatto di materia, infissi, vetri, pannelli; apertura in una parete verticale, limite fra interno ed esterno, luogo di confine e dello scambio esperienziale; elemento di protezione, passaggio di aria e luce per l’interno; elemento estetico formale, oggetto, geometria e colore dall’esterno.
Questo lavoro fotografico si addentra nelle continue variazioni dello schema geometrico di facciata, luogo in cui coesistono proporzioni e ritmi, funzioni ed estetica, continuità e discontinuità, densità e inconsistenza ed ancora, geometrie, texture e trasparenze. È un’esplorazione fotografica di sintesi, descrizione-confronto fra paesi con tecniche costruttive, storia e culture diverse. Non una ricerca sistematica, non un voler costruire una tassonomia ma un ricercare nel viaggio spunti di riflessione con argomento analogo. Un “mondo” di finestre racconta i luoghi in cui l’autore è stato: Bilbao, Londra, Palma de Maiorca, Malta, Venezia, Savona, Sapri, ecc … Così, espressioni stilistiche di progettisti ed epoche storiche diverse, coesistono. La Finestra palesa la propria funzione storica, stratificazione di cultura come simbolo identitario di uno spazio urbano. Osserviamo così accostamenti di fotogrammi in cui sono presenti combinazioni vivaci di materiali, vetro, metallo, legno, prospetti caratterizzati dalla ripartizione geometrica degli infissi. Notiamo la presenza di una tenda, di una persiana, di una facciata in cui finestre sono inquadrate dagli ordini architettonici disegnati in trompe l’oeil, finestre dalle semplici forme coesistono accanto a quelle decorate più riccamente, quelle dove la pietra diventa somigliante a merletti di delicata fattura, o quelle, polifore dalle sottili colonnine ed archi. Il punto di vista, quasi sempre perpendicolare alla facciata, propone una contemplazione delle caratteristiche di superficie come elementi e texture lisci e piatti, se ne evidenzia la simmetria, la asimmetria o la massima libertà di composizione. A volte un punto di vista più laterale innesca sensazioni tattili evidenziando forme incassate o sporgenti, volumi in un movimento visivo tridimensionale. La qualità molteplice della luce contribuisce a variazioni sostanziali sull’immagine: quando molto intensa e laterale traccia ombre profonde che compartecipano, da elementi, alle geometrie di facciata; quando invece diffusa, porta appiattimento per l’assenza di ombre evidenziando formalismi e colori. Quando il materiale è lucido o specchiante, i riflessi mescolano la propria immaterialità alla materia reale circostante ed ecco si moltiplicano le percezioni, tante quante le frammentazioni della realtà, tali da rendere labile il confine tra reale ed immaginario.
Dire finestra è affermare l’esistenza di un dentro e di un fuori.
Le finestre-aperture completano la facciata-faccia di edifici dalle funzioni più varie, la finestre, come occhi curiosi e silenti si aprono e si chiudono seguendo i ritmi del giorno e della notte, le finestre, quando spalancate, “guardano curiose” il mondo dell’altro, la vita ed il vissuto personale di abitanti, passanti ignari. La fotografia di questo lavoro inquadra invece dall’esterno, l’autore sceglie di isolare scene non accessibili, fotogrammi come quadri appesi solo da osservare con curiosità lasciando allo spettatore esterno l’immaginare cosa succede dentro, al di là della finestra. Quante storie di interni celano avidamente le finestre?
Arch. Daniela Sidari
Docente di Fotografia