LA FORTUNA DI ESSERE DONNA
MOSTRA FOTOGRAFICA
di Alessio Drago di Viagrande (CT)
Recensione di Enzo Gabriele Leanza
Di anni ne sono passati ormai tanti da quel 1955 in cui uscì nelle sale cinematografiche italiane La fortuna di essere donna di Alessandro Blasetti, film in cui, con il tono leggero della commedia di quegli anni, Marcello Mastroianni interpretava il ruolo di un fotografo squattrinato e Sophia Loren quello di un’aspirante modella, ma l’interesse che unisce la fotografia alle belle donne non è mai cessato. Del resto, dalle foto di ritratto ottocentesche, quelle di Julia Margaret Cameron e di Clementina Hawarden, alle più recenti tendenze, le donne sono state sempre oggetto di attenzione da parte dei fotografi. La moda in particolare ha sempre puntato principalmente su una comunicazione al femminile, fatta di donne capaci di colpire un duplice target, quello femminile appunto, attraverso il meccanismo dell’identificazione o dell’aspirazione a un modello ideale, e quello maschile, attraverso il meccanismo del fascino e della seduzione. Ma la fotografia di moda, evoluzione del genere ritratto, esisteva ancor prima della nascita del fenomeno moda che noi tutti oggi conosciamo; si è sviluppata a partire da un suo utilizzo sociale e glamour e non da quello commerciale. Sull’aspetto glamour puntano anche, in maniera evidente, le immagini di Alessio Drago, fotografo viagrandese, da anni perno fondamentale del Gruppo Fotografico Le Gru di Valverde, che ha sintetizzato, per questa sua prima personale, parte del suo percorso artistico. Autore di grande capacità e sensibilità, Drago mette in mostra il suo delicato sguardo, capace di restituire in immagine tutto il fascino delle belle modelle che si sono prestate al gioco fotografico. I risultati sono dei migliori; anche con un genere difficile e pericoloso come il nudo, Drago riesce a costruire una visione di sofisticata seduzione senza eccessi. Anna, Floriana, Francesca, Loretta, Rossana, Silvia, Silvana, Valentina e Vanessa sono i nomi delle ragazze ritratte, protagoniste insieme allo stesso fotografo di queste immagini in bianconero (tra le quali spiccano un occhio azzurro simbolo della sua visione pura, e un foulard rosso simbolo della sua passione per la fotografia), come protagoniste delle immagini erano anche le modelle di Richard Avedon, grande ritrattista e fotografo di moda, cui è ispirata la figura del fotografo interpretato da Fred Astaire nel film Funny face, guarda caso anch’esso degli anni Cinquanta.